Tra pendenze, anse, cascatelle e sentieri impervi che hanno interessato otto diversi territori della Toscana si è compiuto il primo viaggio alla ricerca del rivolo d’acqua che identifica l’origine del torrente Pesa.
Un cammino lungo 64Km, quasi ininterotto, vissuto all’aria aperta con il sorriso e il cuore green di tre amici uniti, dalla passione per l’attività escursionistica e l’amore per l’ambiente. Scarpe da trekking, zaino in spalla, navigatori satellitari e una buona dose di intraprendenza. Ai giovani toscani Daniele Mancini, Mirko Manetti e Gabriele Banchini non è mancato proprio nulla, soprattutto motivazioni e temerarietà, per portare a segno un sogno coltivato da tempo e tradotto in un’impresa naturalistica alla ricerca del luogo in cui nasce uno dei fiumi più importanti della Toscana. Sostituendo bussola, barometro e carte topografiche gli escursionisti hanno fatto leva sulle potenzialità del Gps per tracciare ciò che nelle mappe digitali non esiste: il percorso perdonale che corre per l’intera lunghezza del torrente. Ci sono voluti due giorni di cammino, 64 Km percorsi e 1300 metri di dislivello per raggiungere la meta prefissata, il punto in cui sorge il torrente Pesa. Sono partiti dalla foce, esattamente dalla località Puntazza per arrivare a destinazione dopo circa 48 ore e scoprire la bellezza della sorgente della Pesa, situata sul monte San Michele a Radda in Chianti. Ogni cammino che si rispetti è un percorso di conoscenza trasversale che alla ricerca della meta fisica unisce l’esplorazione di sé attraverso i luoghi e le persone con i quali si entra in contatto. Daniele Mancini, Mirko Manetti e Gabriele Banchini sono stati i protagonisti di un’esperienza che non solo ha permesso loro di identificare il percorso naturalistico ma ascoltare il silenzio ‘rumoroso’ della natura e riflettere sull’importanza di tutelare il tesoro ambientale di questa area della Toscana salvaguardando la risorsa idrica e la biodiversità dell’ecosistema fluviale della Pesa. “Abbiamo cercato e trovato il sentiero esistente solo in parte, fino al Mulino di Botti, nel territorio grevigiano – raccontano i tre escursionisti – da lì lo abbiamo tracciato fino alla sorgente del Monte San Michele condividendo un’esperienza straordinaria che ha richiesto uno sforzo particolare soprattutto nell’ultimo tratto, tutto in salita, tra la località La Villa e Radda in Chianti. Nonostante le difficoltà, legate ai sentieri impervi e alla vegetazione boscosa, il nostro impegno è stato ripagato da momenti di grande emozione che abbiamo vissuto come il pernottamento in tenda tra le lucciole, nell’area dei cinghialai di Sambuca Val di Pesa, l’attraversamento di zone ricche di fauna, cinghiali e caprioli nelle zone chiantigiane. Abbiamo individuato un passaggio sicuro e semplice con l’obiettivo di presentare il percorso ai comuni riveristi e poter lavorare insieme sulle importanti opportunità turistico-ambientali della Pesa, caratterizzato da un patrimonio florofaunistico di grande pregio”. L’esperienza intrapresa dai volontari che fanno parte del più ampio gruppo degli Amici della Pesa è stata accolta con grande favore da tutti i comuni interessati dal progetto ed in particolare dai Comuni di Barberino Tavarnelle, Greve in Chianti e San Casciano in Val di Pesa che stanno portando avanti con i vicini di casa e il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno gli obiettivi, le strategie e le azioni del Contratto di Fiume. “L’escursione dei tre giovani è una virtuosa azione di sensibilizzazione che mostra quanto la comunità abbia a cuore la vita che scorre fuori e dentro la Pesa – dichiara l’assessore all’Ambiente del Comune di Barberino Tavarnelle Serena Fedi – cercheremo di mettere a frutto l’impegno dei volontari per individuare e mettere in campo gli strumenti più adeguati ai fini della valorizzazione e della tutela del sistema fluviale della Pesa che rappresenta una risorsa paesaggistica di grande interesse per il nostro territorio dove si riproducono specie di pesci reofili e ripariali non comuni come il ghiozzo etrusco e il vairone”.